Milano rende omaggio al grande regista statunitense Stanley Kubrick con una mostra a Palazzo della Ragione, inaugurata di recente, e che andrà avanti fino al 4 luglio.
Non tutti conoscono il Kubrick fotografo, un aspetto inedito quest'ultimo, nel quale il regista seppe esprimere un grande talento: nel quinquennio 1945 - 1950, infatti, Kubrick lavorò come fotoreporter per la rivista americana Look, cercando di mettere a nudo l'anima americana nel Secondo Dopoguerra, attraverso i volti di celebri personaggi come Rocky Graziano o Montgomery Clift, o ancora attraverso le suggestive immagini di una New York che si apprestava a diventare la nuova capitale mondiale. La sua prima fotografia venne pubblicata il 26 Giugno 1945 e ritraeva un edicolante affranto per la morte di Roosevelt: l'immagine possedeva una tale forza descrittiva da indurre gli editor di Look ad assumere il giovane talento nella redazione della rivista, molto conosciuta per il suo approccio provocatorio. Il metodo Look prevedeva infatti che il soggetto fosse seguito costantemente, che venisse fotografato in tutto ciò che faceva. Questo stile invadente esercitava un grande fascino su Kubrick al quale piaceva creare delle storie partendo proprio da quelle foto. Un metodo in grado di accentuare l'aspetto realista della fotografia e il coinvolgimento dello spettatore, anelito ripreso poi nella carriera cinematografica di Kubrick, attraverso il celebre uso della Steadycam, in un capolavoro come Shining, tuttora insuperato per capacità espressiva.
Il percorso espositivo è organizzato in due parti. La prima, divisa a sua volta in 7 sezioni, avrà un’introduzione, Icone, nella quale vengono presentate le immagini simbolo delle storie che l’occhio dell’obiettivo di Kubrick ha immortalato. Come Portogallo che racconterà il viaggio in terra lusitana di due americani nell’immediato dopoguerra, o ancora Crimini, che testimonierà l’arresto di due malviventi seguendo i movimenti dei poliziotti, le loro strategie, le loro furbizie, fino all’avvenuta cattura.
Betsy Furstenberg, protagonista della sezione a lei dedicata e che la rappresenta come il simbolo della vivace vita newyorkese di quegli anni, farà da contraltare alle vicende dei piccoli shoe shine, i lustrascarpe che si trovavano agli angoli delle strade di New York.
Chiudono questa prima parte le due sezioni dedicate alla vita che si svolgeva all’interno della Columbia University, un luogo d’élite dove l’America formava la classe dirigente del futuro, e all’interno del Campus Mooseheart nell’Illinois, una residenza universitaria, costruita da benefattori, per educare figli orfani di guerra che sarebbero andati a ingrossare le fila della middle class americana.
La seconda parte del percorso toccherà altri argomenti rappresentativi della breve carriera di Kubrick fotografo, come le immagini dedicate al giovane Montgomery Clift colto all’interno del suo appartamento, o quelle del pugile Rocky Graziano, che raccontano i momenti pubblici e privati di un eroe moderno, o ancora l’epopea dei musicisti dixieland di New Orleans.
Per maggiori info: http://www.mostrakubrick.it/
bellissime, e non aggiungo altro!
RispondiEliminaEppure io non l'ho trovata incredibile, come mostra...
RispondiEliminaMa è un umile parere da profana...
A presto
MB