6 aprile 2010

SALONE SATELLITE | Intervista alla designer Arianna Ricci

“Per guardare al futuro bisogna conoscere ed osservare il passato”. Arianna Ricci anticipa alcuni dei suoi progetti presenti al Salone Satellite.

Roberto: Dove e quando sei nata? 
Arianna: Sono nata a Roma, la fortuna di essere nata nel centro della storia, il 10 dicembre 1985.

R: Di cosa ti occupi? 
A: Mi occupo di design ed architettura di interni.

Arianna Ricci


R: Quale è stato il tuo iter professionale? 
A: Ho frequentato inizialmente l’istituto d’arte di Roma dove ha avuto origine la mia passione per l’arte ed il design, in seguito ho proseguito gli studi alla facoltà di architettura "la Sapienza" arredamento ed architettura degli interni. Durante gli studi all’istituto d’arte di Roma ho partecipato alla realizzazione dei modelli di :Mario Botta esposto in seguito al museo MAXXI di Roma e di Richard Meier, “Ara Pacis” nell’ambito del progetto “Adotta un’architettura” Ho progettato ed allestito diverse mostre d’arte a Roma ed in Austria per il maestro Pietro Perrone, maestro che ho avuto la fortuna di avere già dal primo anno d’istituto e che mi ha insegnato a comprendere per amare profondamente l’arte.

R: Che tipo di prodotti hai deciso di esporre al prossimo Salone Satellite? 
A: Propongo una composizione di un tavolo basso e due sgabelli, partendo dall’idea di fondere insieme tradizione ed innovazione. I tre prototipi mettono a confronto due materiali diversi, due tecnologie diverse e due movimenti plastici, il drappo e la forma curva; il maschile ed il femminile, il vuoto ed il pieno. Una delle caratteristiche più importanti del mio lavoro, è quella che per guardare al futuro bisogna conoscere ed osservare il passato.

R: Che rapporto c’è tra moda e design? 
A: Ogni forma d’arte come la moda, la pittura, la musica il design sono e saranno sempre legate tra loro, si inseguono e comunicano continuamente. Divengono quindi una forma d’ispirazione per noi designer.

Anticipazioni dal Salone Satellite / © Arianna Ricci

R: Come si fa a mantenere una mente creativa? 
A: Non si può mantenere creativa la tua mente, è la creatività che ti tiene in vita. Ma la curiosità è l’elemento fondamentale per un’artista, è la continua ricerca involontaria ed apparentemente priva di significato che origina il nuovo progetto.

R: Che musica ascolti? Ci parli un pò del tuo stile di vita? 
A: Amo ascoltare la musica italiana, è stato da sempre un rifugio, per ascoltare storie e per capire quante emozioni possono essere racchiuse in pochi minuti. Vasco Rossi è la colonna sonora della mia vita, riesce sempre ad esprimere con parole semplici ogni momento... Forse il suo essere esplicito e diretto è ciò che lo ha reso così importante per me, credo che sia anche ciò che ci accomuna. La mia vita è apparentemente come quella di molte ragazze di 24 anni, legata a talmente tanti sogni che non basterebbero 300 cassetti e semplici ore che trascorrono inseguendo il grande sogno, quello del Design.

R: Un tuo pregio e un tuo difetto? 
A: Il mio pregio è guardare sempre oltre, la mia capacità di stare in silenzio ad ascoltare, il mio difetto più grande la ricerca della perfezione. Ed il narcisismo classificalo come meglio credi.



Anticipazioni dal Salone Satellite / © Arianna Ricci


R: Una passione? 
A: Ho la fortuna di sentirmi ancora come una bambina, la passione è per tutto ciò che in quel preciso istante ha catturato il mio pensiero. Vivo di sentimenti, emozioni, momenti. Sono un’appassionata dell’arte perché riesce sempre a rapire il mio cuore dalla pittura alle arti orientali come il Kung fu.

R: Come nasce un progetto? In che modo si rigenerano le nuove idee? 
A: Non nasce è già dentro di me, bisogna soltanto riuscire a trovarlo e tirarlo fuori, è sempre nei miei sogni, infatti dovrei dormire tutto il giorno! La curiosità, la storia, il mare, il brutto tempo, la famiglia, l’amore... Tutto rigenera nuove idee.

R: Quanto è importante valutare e prendere riferimento dai progetti di chi ci ha preceduto? 
A: E’ fondamentale conoscere, guardare, prendere, e ricordare. Io che non ricordo mai i nomi di nessuno ma ricordo le opere di tutti. È la curiosità, sempre lei, la mia fortuna, ma fondamentale è conoscere se stessi, riuscire a guardare dentro di sé, non so se mi riesce già, altrimenti si rischia di essere soltanto cloni di grandi artisti.

Anticipazioni dal Salone Satellite / © Arianna Ricci

R: Un progetto di design che ami particolarmente? 
A: Non so saprei, amo molti progetti di design, amo il design.

R: Quello che ami meno? 
A: Non amo il design senza anima, puramente commerciale.

R: Il tuo designer preferito? 
A: Non ne ho idea, amo molte caratteristiche di diversi designer.

R: Si parla tanto di progettazione eco sostenibile. Qual è il tuo pensiero a riguardo? 
A: Credo sia giusto, ma non credo sia corretto farlo diventare una moda che abbia la durata di una stagione come tutte le mode.

R: Un pensiero per concludere l’intervista? 
A: A volte credo sia giusto ripetere frasi di grandi artisti. Da Arte come Mestiere: "Il designer ristabilisce oggi il contatto, da tempo perduto, tra arte e pubblico, tra arte intesa in senso vivo e pubblico vivo. Non ci deve essere un’arte staccata dalla vita: cose belle da guardare e cose brutte da usare. Se quello che usiamo ogni giorno è fatto con arte (non a caso o a capriccio) non avremo niente da nascondere". Bruno Munari

R: Grazie per la disponibilità. 
A: Grazie a te.

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