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16 maggio 2019

EMOTIONAL DESIGN | Tavolo con altalena, un gioco o una strategia di marketing?

A volte è difficile restare seduti al tavolo di una noiosa riunione, ma tutto cambia se il tavolo è Swing Table di Duffy London.

Un arredamento che non lascia indifferente nessuno e mette in mostra da subito l’aspetto giocoso che il designer Christopher Duffy vuole trasmettere.

Quali tavoli permettono di trasformare riunioni e cene in un'esperienza tanto stimolante quanto divertente?

Swing Table è un prodotto unico che integra un tavolo solido (realizzato in legno di noce da foreste controllate e acciaio), con sedie che dondolano e l’illuminazione centrale come a completare un micro ambiente unico.
Un’ottima soluzione per creare un’esperienza emozionante e più vivace in situazioni spesso troppo formali.

Come alleviare le lunghe e noiose riunioni?

Vi è mai capitato di trovarvi seduti a un tavolo ad aspettare qualcuno? 

Con Swing Table sarà un’attesa piacevole che catturerà anche l’attenzione di chi guarda.

Com’è il design di un tavolo senza sedie?

Dal punto di vista funzionale si può notare un attento studio per quel che riguarda i soli 4 punti di appoggio alle estremità con una struttura minima, non ci sono sedie da spostare!
Le sedute sono delle forme geometriche che ricordano un foglio pronto a chiudersi sulle pieghe create per un elementare origami.
Swing Table ha un aspetto estetico semplice, pulito e lineare senza tralasciare la cura nei dettagli.

Come catturare l’attenzione dei clienti per una riunione o una cena?

Sono possibili varie soluzioni per le finiture e il numero di posti a sedere, interessante usare questo tipo di arredi per un’attività commerciale in cui oltre a creare buon umore si rivela anche un ottimo strumento di marketing: impossibile non ritrovare le foto del vostro ristorante se la cena si svolge su un’altalena!
P.s.: Quali altri tavoli creativi immaginate per una conferenza o un ristorante che vuole attirare l’attenzione? Condividete nei commenti, sarà un ottimo punto di partenza per un prossimo articolo.

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16 ottobre 2017

EVENTI | We Margiela, anteprima del film documentario

La Maison Martin Margiela era gestita sulla base di forti emozioni istintive e sull’impegno costante di assumersi rischi creativi ed è stato proprio quest’ottimo lavoro a decretarne il successo.
A seguito della recente scomparsa della socia co-fondatrice della Maison, Jenny Meirens, viene presentato un documentario inedito in cui vengono descritti i processi inventivi e il pensiero della Maison attraverso racconti e lunghe interviste dettagliate e personali.
"Quando vuoi piacere agli altri e a tutti, non arrivi da nessuna parte. Credo si debba cercare di essere diversi dagli altri: a lungo termine ti darà la libertà di non rispondere al sistema" (Jenny Meirens)
We Margiela è il titolo del film documentario che verrà proiettato a Milano per la prima nazionale giovedì 26 Ottobre 2017 presso lo spazio 10 Corso Como.

Mint film office è la società di produzione cinematografica con sede a Rotterdam, nei Paesi Bassi, a cui è stata affidata da direzione del documentario. Per maggiori informazioni sul sito ufficiale si possono consultare tutti i film prodotti e altro: www.mintfilm.nl

Il film coinvolge coloro che erano nel gruppo creativo, tra cui lei stessa, che parlano del desiderio di Martin e Jenny di rompere i confini e andare contro un sistema moda consolidato, inoltre il documentario dimostra come, benché invisibile e sconosciuta a molti, abbia svolto un ruolo fondamentale nella nascita della casa di moda, nel suo metodo e nello stile e questo è un’ottima occasione per conoscere meglio e approfondire a riguardo.
Noi ci saremo, e tu?

Link di riferimento
www.wemargiela.com
www.10corsocomo.com

We Margiela - 99” - sottotitoli in inglese
Mint film office documentary, 2017
Première del film a Milano in 10 Corso Como
Giovedì 26 Ottobre 2017
Due proiezioni alle ore 17.00 e alle ore 19.00
Ingresso libero fino ad esaurimento posti.


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9 aprile 2015

CONTEST | Capture ibis Styles regala il design

"Capture ibis Styles" è il nome del progetto che vuole riavvicinare il grande pubblico alla bellezza del design e lo fa attraverso un’iniziativa estremamente social.
È il sogno di tutti poter vivere in ambienti arredati con oggetti di design a firma dei grandi maestri del ‘900, ma anche dei più contemporanei. Entrare in un albergo ibis Styles e restare incantati dai prodotti d’arredo di Ron Arad, Arne Jacobsen o Charles & Ray Eames non sarebbe di certo un atteggiamento inaspettato.
"Il design è il cuore di ibis Styles, con ispirazione agli anni ‘50 a Le Havre o al mondo dei Beatles a Liverpool, per esempio. Gli hotel, caratterizzati da arredi dal design originale e di tendenza, garantiscono ai propri ospiti un’esperienza dal forte valore aggiunto grazie ad una combinazione di creatività, servizio e prezzo in uno spirito "Happy Mood", leitmotiv indiscusso del brand" spiega Frédéric Fontaine, ibis Family’s Senior VP Global Marketing.
Semplicità, comfort, qualità e convivialità sono le caratteristiche che designano un’atmosfera di tendenza, relax, spensieratezza e allegria che contraddistingue gli alberghi ibis Styles, brand di hotel economici di Accor, primo gruppo alberghiero mondiale presente in 92 Paesi con più di 3.600 hotel e 170.000 collaboratori, dalla personalità unica e dai molteplici design.
Il vero colpo di fortuna deriva dalla possibilità di potersi aggiudicare gli oggetti di arredo firmati dai designer più famosi, ma anche di quelli emergenti che si sono già conquistati la propria presenza negli hotel del brand.
Gli alberghi ibis offrono ai propri clienti un impatto molto emozionale proprio a causa del grazie al rapporto tra creatività e design. Il concorso vuole proprio esprimere questo aspetto.
In tutti gli hotel ibis Styles il fattore “design” è inevitabile da percepire e il prezzo simbolico di ogni oggetto sarà dato attraverso i “likes” raggiunti dalle foto sul canale instagram @captureibisstyles provando ad aggiudicarsi esattamente l’oggetto contenuto nella foto.
C’è tempo fino al 13 maggio 2015 per aggiudicarsi i vari premi che comprendono lo sgabello Temperino di Alessandro Guidolin, la lampada Shuttlecock di Godefroy de Virieu o la (the space between and “Ripple was missed) Ripple Chair di Ron Arad, ma anche una selezione di oggetti, frutto di un “laboratorio” di designer contemporanei, come l’appendiabiti a parete di Sybille Pfeiffer, l’originalissimo pouf di Hanna Emelie Ernsting o l’innovativa lampada Waaf di Pierre Stadelmann.
Si può vincere uno dei 57 pezzi, ma come aggiudicarsi uno degli ambiti premi?
Semplicissimo. Ci sono due modi.
Il primo consiste nel visitare uno dei 15 hotel ibis Styles selezionati per l’operazione con l’unica accortezza di far tappa in uno degli alberghi inclusi nel proprio Paese di residenza. A questo punto non resta che:
  • Fotografare uno dei 4 oggetti di design, chiaramente identificati nella lobby, al bar o al ristorante dell’hotel con un’apposita etichetta Capture ibis Styles;
  • Pubblicare la foto su Instagram con l’hashtag #captureibisstyles e l’hashtag dell’oggetto scelto (# e nome dell’oggetto);
  • Ottenere il maggior numero possibile di “like” alla foto: il numero di “like” da raggiungere è indicato sull’etichetta accanto all’oggetto;
  • Una volta raggiunto il “prezzo” in “like”, estrarremo il vincitore dell’oggetto del tuo desiderio al termine dell’iniziativa.
Il secondo è virtuale e quindi accessibile a chiunque. Bisogna seguire l’account @captureibisstyles su instagram e visitare il sito internet www.ibis.com/captureibisstyles dove si trovano tutti i prodotti che é possibile portarsi a casa. A questo punto non resta che cliccare “Mi piace” sull’immagine dell’oggetto preferito, amato e desiderato cercarto su instagram nell’account @captureibisstyles aspettando che raggiunga la soglia di like stabiliti. L’ultimo step consiste nell’incrociare le dita e sperare di essere sorteggiato tra i vincitori.
Il vostro oggetto scelto qual é? Segnalatelo usando l’hashtag #captureibisstyles e in bocca al lupo!

Link di riferimento: www.ibis.com/captureibisstyles
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7 aprile 2015

DESIGN | Tende da sole markilux

Arriva l'estate, il sole e il caldo, ma niente paura le tende markilux ci aiutano a trovare la protezione solare giusta per rilassarsi. È un design molto semplice essenziale e quindi adatto a varie ambientazioni donando un look fresco e moderno.
Se l'aspetto estetico cattura subito l'attenzione per l'impatto visivo, la qualità dei materiali sicuramente non è da meno. In particolare la superficie della tenda è trattata con un rivestimento speciale che conferisce una lunga durata nel tempo essendo resistente allo sporco e facile da pulire. Il cassonetto ha le giuste dimensioni per ospitare al suo interno il telo raccolto, ma senza rinunciare a forme coerenti con le tendenze architettoniche. Questo tipo di tende a cassonetto sono ideali per balconi e terrazzi a cui di sicuro donano un elemento decorativo in più.
Grande terrazza? Soluzione semplice con il modello pergola che con il pratico montante a sezione circolare fissato a pavimento riducono il peso di carico sulla facciata e sono ottimi anche per i giardini d'inverno. Ottima soluzione per i giardini d'inverno nella confezione doppia che offre la possibilità di una seconda tenda verticale per proteggere dal sole e dalle intemperie di stagione per godere a pieno del relax fino a coprire 30 metri quadrati.
I vari modelli di tende da sole markilux offrono le giuste accortezze per soddisfare tutte le esigenze rendendo gli spazi che hanno in custodia piacevoli e altamente vivibili.
Link di riferimento: www.markilux.com | Video you tube 1 | Video youtube 2 | de.markilux.com
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26 marzo 2015

SALONE DEL MOBILE | Babah, design Roberto Paoli for Chairs & More

A poche settimane dall’inaugurazione del Salone del Mobile cominciano a spuntare le anteprime dei progetti su cui saranno puntati i riflettori di tutto il mondo.
Ogni anno nuovi progetti popolano i vari padiglioni e tra le novità del 2015 Roberto Paoli, su incarico di Chairs & More, ha disegnato Babah, una seduta dal forte carattere innovativo che non ricalca un disegno comune ma offre dettagli di diversità rispetto ciò che il mercato oggi propone.

Babah gioca sulla morbidezza estetica delle sue forme. La scocca mostra nervature esterne che rigonfiano il materiale quasi come a segnare delle cuciture invisibili tipiche degli imbottiti.
Ma a stupire è la scelta stessa del materiale, non un espanso rivestito da tessuto ma un poliuretano stampato che mantiene apprezzabili caratteristiche di facile pulizia, resistenza e attenzione ai costi senza rinunciare a comfort e bellezza.

Non resta che aspettare l’inizio delle “danze” per poter toccare con mano questo progetto e apprezzarne meglio le qualità. Voi ci sarete?

Link di riferimento: www.chairsandmore.it | www.robertopaoli.com | www.seminatomercadante.it


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29 ottobre 2014

SHOWROOM | Cardini Home Design, tra ispirazioni e tecnologia


"Una casa è una macchina per abitare" scriveva Le Corbusier nel 1923. Niente di più vero allora e anche adesso si può tranquillamente pensare che l'affermazione sia corretta.
Esistono vari approcci per cominciare ad arredare casa o semplicemente rinnovare una parte dell'arredamento per migliorare o stravolgere, in meglio ovviamente, la qualità degli spazi degli interni.
Lo showroom Cardini Home Design ha tutte le carte in regola per soddisfare ogni cliente con la vasta scelta di prodotti d'arredo dei grandi brand dell'arredamento come Poliform, Moroso, un negozio monomarca Poltrona Frau e tutte le più prestigiose aziende di design. 



Uno showroom è sempre uno showroom, ma se intorno c'è la poesia delle colline toscane di certo qualcosa cambia. E questo è il contesto in cui si trova immerso l'immenso shooroom di Cardini Home Design, a Perignano Lari.



L'aspetto che ci ha incuriosito maggiormente è stato il premio ricevuto come "Negozio Ideale 2013" da parte della rivista "Il giornale dell’arredamento" e questo ci ha spinti ad accettare l'invito della famiglia Cardini per una giornata all'interno dello showroom e apprezzare da vicino ogni aspetto.



Le ambientazioni sono ampie e luminose, ci sono stili diversi, ma con accostamenti sempre molto accurati e in grado di sorprendere per le soluzioni inaspettate e funzionali che vengono proposte al cliente.
Gli spazi sono suddivisi come tanti appartamenti in cui ci si può immaginare a casa e scegliere per intero una soluzione completa oppure prendere solo l'ambiente giorno o quello che si ritiene necessario alle proprie esigenze. Un vero e proprio laboratorio di innovazione e ricerca applicate all'arredamento.



É uno showroom diverso da tutti gli altri, ma per un aspetto non trascurabile: il cliente.
L'approccio con il cliente è sicuramente unico e rende la visita tra i vari “appartamenti” ricca di nuove idee in cui ci si può subito sentire a proprio agio. É il cliente il punto di partenza da cui Chiara Cardini e il fratello Aldo, sono loro a occuparsi dell'azienda con il massimo entusiasmo e professionalità, riescono a proporre soluzioni cucite su misura.
Ogni cliente ha la possibilità di basare la propria scelta su varie configurazioni a cui si aggiunge la cultura del design con piccoli elementi anche in stili differenti, ma affiancati con gusto.



Se tutto quello detto fin ora è sufficiente per rendere questo showroom affascinante c'è un altro ambiante unico nel suo genere, Green Home, una casa 2.0.
Green Home è fondamentalmente un progetto a basso costo realizzato con materiali eco-compatibili per clienti giovani a cui piace associare avanguardia e design. È un appartamento ideale pensato per una coppia o per una piccola famiglia che entra in sinergia con la domotica intesa come comfort e benessere senza sentirsi in ambienti lontani dai nostri standard abitativi come verrebbe facile pensare.



Un appartamento attraente in cui ci si sente coccolati, ma la sorpresa finale è la possibilità di poter accedere a una soluzione reale di questo tipo con un budget accessibile per chiunque senza rinunciare a quel "bello" che sembra destinato solo per una fascia di mercato alta.
Non è il sogno di tutti vivere in una casa bella, piacevole, confortevole con prodotti d’arredo di design a un prezzo non proibitivo? Da Cardini Home Design questo è possibile e il tutto avvolto nel verde della splendida Toscana.



Per saperne di più su Cardini Home Design visitate il sito www.cardini.it o la pagina www.facebook.com/cardinihomedesign


Cardini Home Design
Via Provinciale Livornese Est, 230
Perignano di Lari (PI)
Tel. 0587/616062 - Fax 0587/617551
www.cardini.it - cardini@cardini.it


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26 settembre 2014

DESIGN | Gloook, green design di tendenza

Il green design è sempre più tendenza.
Scirus
Giardini verticali, green hotel, giardini eco-sostenibili… e ora anche l’arredamento, i complementi d’arredo e l’oggettistica per la casa o l’ufficio si fanno sempre più eco-friendly!
Eco-design di successo che lascia spazio a brand emergenti come gloook®.
gloook® è un brand made in Italy che propone un modo di abitare di design semplice e funzionale.
Arredi e complementi di design dal carattere forte, realizzati con cura sartoriale con il materiale ecocompatibile per eccellenza, il cartone alveolare compresso.
Marylin wall
L’ecletticità di questo materiale lo rende adatto agli ambienti living di case private, per l’allestimento di negozi o showroom e per spazi pubblici progettati in un’ottica di green philosophy.
Duttilità e resistenza fanno sì che si possano creare pezzi originali e versatili.
Il materiale utilizzato è idrorepellente grazie ad una speciale laminazione e ha una resistenza di 17kg al cmq!
Animali decorazioni
gloook® propone sia complementi d’arredo ed oggetti che si possono scegliere a catalogo ma, grazie ad architetti e progettisti, anche la progettazione e costruzione di quello che si desidera.
Arredi e complementi "tailor made".
Il brand ha collaborato e collabora tutt’ora con affermati designer italiani ed internazionali come Fabio Biavaschi, Filippo Mambretti, Mattia Menegatti, Alejandro Delgado Charria, Objmao ed altri professionisti…
gloook® è design ricercato, funzionale ed ecologico.

Link di riferimento 
www.gloook.it


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1 settembre 2014

FORMAZIONE | IED, il corso in Video Design


Si inizia con la fotografia e quasi in contemporanea con i video per poi cercare di specializzarsi sempre di più fino a far diventare una semplice passione in un lavoro in cui migliorarsi sempre.
Lo IED, con più di quarant’anni di attività, offre una gamma di corsi che a sua volta si moltiplicano in altrettante specializzazioni. Uno di questi è in Video Design.
Chi è il video designer?
Un professionista in grado di prendersi carico delle responsabilità progettuali, direzione artistica e coordinamento. Inoltre deve saper gestire il processo di produzione delle opere audiovisive, passando dall'ideazione del progetto, alla ripresa e montaggio per poi concludere con la sonorizzazione e la realizzazione di effetti speciali.
In un ambito amatoriale molti aspetti sono sottovalutati o non presi in considerazione, ma quando si parla di un ambiente professionale, ogni minimo dettaglio dev'essere curato e gestito in maniera impeccabile e non c'è spazio per errori di valutazione o imprecisioni!
I settori in cui una figura professionale di questo tipo può operare sono molteplici e vanno dal filmmaking per il cinema, al documentario e la serialità, agli spot pubblicitari, video per eventi, convention, format di qualsiasi tipo, filmati di concept art fino alle installazioni interattive, percorsi e allestimenti museali, video maker per la produzione oppure video per lo spettacolo, il teatro e le sfilate di moda.
Il Video Designer si possono occupare di due aspetti ben distinti legati alla produzione video: la primo aspetto è legato alla regia di prodotti audiovisivi classici, quindi la "narrazione lineare", il secondo per la produzione di video interattivi e performativi che trovano il massimo del loro successo nel campo della video arte e degli eventi.
Nell'area dei New Media, il corso di Visual Design proposto dallo IED si pone come obiettivo la formazione per professionisti già in possesso di adeguate capacità tecniche e operative oltre che di metodo e di contenuto sull'uso delle nuove tecnologie capaci di applicare le proprie conoscenze nel settore del video, della video arte e delle arti performative.
Un altro aspetto su cui la formazione IED di questo corso è incentrata riguarda lo sviluppo di strumenti metodologici e critici adeguati allo attività dei linguaggi espressivi e tutti i processi tecnici come la fotografia, la regia, ripresa, montaggio e le fasi in studio quali il missaggio
Ultima parte, ma non meno importante, gli schemi narrativi del soggetto e tutti i processi di post produzione.
La parte tecnica si affianca a una solida e approfondita preparazione culturale legata alla conoscenza dell’arte contemporanea, della storia e della semiologia del cinema e degli audiovisivi.
Lo IED è una scuola in grado di proporre un costante aggiornamento della propria offerta formativa grazie anche alla solida comunità formata da professionisti, docenti, aziende, istituzioni e studenti che permettono la creazione di un network di relazioni e culture capace di generare creatività e innovazione.
Per saperne di più sulle offerte formative del corso in Video Design dello IED date un'occhiaia alle sedi di Milano e Roma per trovate tutte le informazioni di approfondimento.

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16 luglio 2014

TECNOLOGIA | Neck-Tech, l'auricolare perfetto

Si chiama Neck-Tech (tecnologia da collo), ma più che per il collo… ci stanno prendendo per la gola?!
Gli ingredienti sono semplici: un collarino portabadge, un auricolare per il telefono e un sistema di aggancio/sgancio, il tutto rigorosamente made in Italy, il tutto condito da un pizzico componente hi-tech che lo rende unico nel mondo della telefonia. Il risultato è uno prodotto straordinario: il primo ed unico sistema al mondo con cui usare il telefono e l’auricolare senza toccare né l’uno né l’altro.
Ma vogliamo parlare anche dell’aspetto fashion del prodotto? Assolutamente si! L’attenzione per i dettagli, la scelta e la cura dei materiali impiegati, la realizzazione unicamente manuale, lo rendono un prodotto di qualità superiore e indossarlo è davvero un piacere!
Andrea Ciuffoletti, uno degli ideatori, nonché responsabile commerciale del Neck-Tech, ci racconta come sono arrivati a realizzare “l’auricolare perfetto”:
“Spiegare come siamo arrivati alla sua realizzazione è molto semplice: siamo partiti da un collarino portabadge, al cui interno abbiamo inserito degli auricolari straordinari, realizzati su misura per noi da un’azienda certi­ficata Apple, e poi abbiamo studiato con la 3M un sistema di aggancio/sgancio, che potesse consentirci di utilizzare il nostro collarino con qualsiasi cellulare e con la massima sicurezza. Una volta indossato il Neck-Tech, ci si rende immediatamente conto della sua praticità: gli auricolari sono sempre a portata di dita, ed appoggiarli alle orecchie diventa un gesto subito naturale, perché tutto è stato studiato per il massimo comfort .” 

Se Hi-tech è quindi tutto improntato a ciò che è innovazione, contemporaneità, tecnologia, comfort, per il Neck-tech la parola d’ordine è praticità, una praticità finalizzata alla comodità estrema.
Funzionale, comodo, confortevole, agevole sono alcune delle caratteristiche del Neck-tech.
Tra i vantaggi del Neck-Tech annoveriamo: l’universalità del prodotto, e quindi la possibilità di utilizzarlo con qualsiasi cellulare che abbia un attacco cuffie per lo spinotto da 3,5mm; il filo dell’auricolare non sarà più un problema; ma soprattutto non dovremo più preoccuparci delle onde elettromagnetiche.



Adesso non siete curiosi di essere presi per la gola? Sul link www.neck-tech.com si può acquistare il prodotto in tutta sicurezza e per la “ricetta” bastano pochi semplici passaggi…

Ingredienti:
il tuo telefono
1 Neck-tech


Procedimento:
posiziona sul retro del telefono uno dei dischetti di Dual Lock che trovi nella confezione
aggancia il telefono al tuo Neck-tech
inserisci lo spinotto
indossa il tuo neck-tech
chiama gli amici e consiglia l’auricolare perfetto!



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16 maggio 2014

Ritual, una storia di psicomagia: l’inconscio è un rito da elaborare


Lia è una donna sopraffatta dall’amore dominante di Viktor, tra i due si instaura una relazione che basata dalle turbe infantili della protagonista che non può che generare altri traumi.

Giulia Brazzale e Luca Immesi sono i registi di un amore malato, di una storia che si incentra su pochi protagonisti e li scava fino in profondità, una disperata vicenda che rende i due protagonisti vittime e carnefici di loro stessi in una dipendenza affettiva e fisica che crea un disturbo in entrambe le sfere della loro vita. Lia, interpretata da Desirée Giorgetti, è una donna che non riesce a liberarsi dalla sua dipendenza dal controllo e Viktor, il suo compagno e ricco uomo d’affari, fa derivare la sua passione e il suo amore per Lia dal suo desiderio di controllo. Ivan Franek marca tutta la rabbia del suo personaggio con il suo accento ceco; Viktor è duro, forte, aggressivo e razionale, questa sua smania di controllo sulla sua vita e su quella della sua compagna lo trasformerà in un persecutore, nessuna sua azione sarà veramente razionale, tutto il suo fare sarà solo muoversi verso la distruzione di qualcosa che ha rotto nel momento stesso in cui ha voluto imporre il suo dominio.
Ritual, nelle sale dall’8 maggio 2014, è un racconto lento della storia molto comune di un amore malato, ma che affronta la possibilità di un riscatto, la disperazione che trova una soluzione al di fuori della logica e del raziocinio. Forse tutta la storia si dipana nel sogno con Alejandro Jodorowsky. L’intero film dichiara una soluzione diversa da quella rappresentata dalla razionalità, anzi denota in questa stessa e forzata ricerca della ragione una perdita della capacità reale del superamento delle difficoltà quotidiane. La psicomagia è la base di questa storia: un rituale che aiuta la forza interna a compiere un passo che la mente da sola non può e non riuscirebbe a fare. Ed è Fernando (Jorodowsky) che in sogno aiuta la zia di Lia a trovare una soluzione alle pene della nipote, in un rituale che non sarà rispettato e sarà turbato dall’aggressività di Viktor ma che sarà l’unica valvola di salvezza per Lia, l’unica possibilità fisica di trovare pace al suo male interno.


La regista Giulia Brazzale ha messo a fuoco i suoi studi di psicologia e li ha mescolati alla tradizione veneta, una delle più caratterizzanti della cultura italiana e grazie al supporto del libro La danza della realtà, ha combinato con Luca Immesi una vicenda che cerca la risoluzione nella tradizione antica. I due registi hanno raccontato la storia con una ricerca delle immagini realizzate con la tecnologia Red Epic 5k e accompagnate dalla cadenza musicale elettronica di Moby; hanno mescolato una storia comune quella di un amore ossessionante alla tradizione regionale e alla ricerca di uno studioso e intellettuale come Jodorowsky, che da anni cerca di raccontare come l’essere umano ha bisogno di non vivere dei soli meccanismi razionali di cui si circonda. Brazzale e Immesi hanno raccontato il tutto con una tecnica nuova, come se da questi automatismi tecnologici si potesse trovare un riscatto e come se grazie a questi si potesse raccontare qualcosa di diverso e di antico.


Ritual è un percorso difficile, la decisione di cambiare che comporta le resistenze del caso, ma un iter che riesce a proseguire perché trova delle indicazioni diverse a cui fare riferimento. Un film che inizialmente sarà distribuito solo in quindici copie e che invitiamo a cercare nelle sale di proiezione indipendenti italiane.



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